Dylan Dog - Mater Morbi; Recchioni-Carnevale


Ho appena letto Mater Morbi, l'ultimo attesissimo numero di Dylan Dog... e devo dire che l'attesa è stata più che ricompensata! Storia bellissima e disegni anche, ancora una volta la coppia Recchioni-Carnevale non tradisce!
La storia tocca un argomento molto difficile da affrontare: la morte, soprattutto gli ultimi attimi che la precedono.
Quando ero piccola e sentivo dire "Meno male che è morto, pover'uomo, così ha smesso di patire..." non capivo...quando si cresce si capisce. Non tutti lo capiscono però, c'è chi, pur di non lasciar andare una persona si ostina a farla sopravvivere in ogni modo, solo per puro scopo egoistico, almeno a mio parere. Ma sopravvivere non è vivere. E lottare per vagare in un limbo che non è nè vita nè morte...bè, non lo auguro a nessuno. Il difficile compito è capire dove è la linea di demarcazione tra la vita e il limbo. Quando la vita non è più vita? Come è possibile capire quando è l'ora di dire basta! stop! fermiamoci con queste cure che non servono ad altro se non a rimandare la fine? Anche se la scienza da una parte ci ha permesso di vivere più a lungo e ci ha dato i mezzi per superare alcune malattie che sono state, in tempi passati, mortali, adesso si è sostituita al Destino. Se prima era il Destino che aveva l'ultima parola adesso è una spina attaccata ad un muro...ma la spina chi decide di staccarla? è una grossa responsabilità...e pochi si vogliono prendere carico di decidere sulla vita altrui se non le persone che davvero amano la persona che sta morendo. Un dottore non potrà mai decidere su una cosa del genere poichè per lui il paziente è un paziente, non un amico, un figlio, una madre o un padre, non è una persona con cui ha condiviso qualcosa prima che la malattia se lo prendesse....e come può decidere?
Penso che non ci possa essere una risposta unica a queste domande. Dipendono da troppe cose...ma sicuramente una persona ha diritto e deve avere facoltà di decidere per la propria vita/morte.

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